Rinnovando l’interesse del COMMERCIALISTA VENETO per l’evoluzione della professione di Dottore Commercialista ed Esperto Contabile e sfruttando le nuove tecnologie scoperte tramite la gestione dell’emergenza sanitaria del Covid-19, abbiamo raggiunto il professor Giacomo Boesso in video conferenza per una breve intervista sull’offerta formativa che l’Ateneo Patavino propone agli studenti che desiderino intraprendere la attività libero professionale in ambito economico.
Professore Ordinario di Economia Aziendale e Presidente del Corso di Laurea in Economia e Diritto, Classe 1977, bergamasco di origine e padovano d’adozione, Giacomo Boesso sorprende subito il suo interlocutore per la chiarezza con cui espone la sua visione dell’offerta formativa e per la capacità di immaginare l’evoluzione dei possibili scenari economici e professionali.
In che modo è strutturata l’offerta formativa dell’Università di Padova e del Dipartimento di Scienze Economiche a quegli studenti che desiderino intraprendere la carriera libero professionale?
― L’offerta didattica magistrale è stata rivista tre anni fa in modo da comprendere tutta una serie di insegnamenti indispensabili per affrontare la libera professione al giorno d’oggi immaginando il Dottore Commercialista del futuro come un professionista altamente specializzato che padroneggi i vari diritti, commerciale e tributario in primis, ma anche contabilità, controllo di gestione, operazioni straordinarie e che si specializzi in una di queste materie. Questo professionista altamente specializzato è pertanto votato ad accompagnare le aziende nelle strategia di sviluppo e crescita che hanno scelto.
Lo scenario del commercialista “generico” e impegnato soprattutto con le dichiarazioni fiscali ci pare ormai obsoleto, anche alla luce delle novità tributarie che vedono una sempre maggior automazione degli adempimenti fiscali, fatturazione elettronica in primis. In tale ottica di specializzazione rientra anche un importante approfondimento che viene effettuato durante la tesi di laurea e durante il periodo di apprendistato che viene effettuato dallo studente presso aziende o studi professionali, magari anche all’estero.
Questa offerta formativa quindi prevede anche un avvicinamento al mondo del lavoro da parte degli studenti?
― L’evoluzione della parte formativa, che è inquadrata anche a livello nazionale con un accreditamento ad hoc, prevede anche un coinvolgimento dei vari stakeholder nella offerta formativa, stakeholder tra i quali rientrano l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Padova e la Scuola di Alta Formazione che sono stati coinvolti nella strutturazione dei corsi, che infatti prevedono sia il linguaggio del docente che il linguaggio del professionista, con una nutrita pattuglia di professionisti che ci affianca in aula, per almeno un terzo della durata del corso offrendoci casi pratici, simulazioni, esempi, fogli di lavoro, business plans, perizie, valutazioni aziendali, piani di ristrutturazioni, eccetera. Abbiamo quindi una parte di corso molto concreta e vicina al mondo del lavoro che viene poi ripresa durante il tirocinio obbligatorio (ricordando che su 24 mesi di laurea magistrale almeno da 4 a 6 mesi vengono impiegati in questo tirocinio) da effettuarsi presso studi professionali o in azienda. Questo iter forma degli studenti in modo multidisciplinare e al tempo stesso molto concretamente orientati verso quelle che saranno le criticità del mondo economico attuale.
Nel mondo professionale sta emergendo sempre di più la necessità di avere competenze in ambito informatico. Quale è la risposta che l’Università sta dando a questa “fame” di competenze high tech?
― Al di là dell’idoneità informatica che viene richiesta agli studenti, vi è una parte importante della formazione che si incentra su attività di laboratorio con esercitazioni molto realistiche e che prevedono estesamente l’uso di computer, fogli di calcolo in Excel, e l’utilizzo di strumenti informatici che diano la dimestichezza necessaria con questi programmi che sono al giorno d’oggi assolutamente indispensabili sia in azienda sia nella attività libero professionale. Stiamo anche implementando la gestione di una serie di banche dati con i vari providers di questi servizi che da un lato aiutano gli studenti soprattutto in fase di stesura della tesi di laurea e dall’altro li aiutano a familiarizzare con questi strumenti. Senza contare che questi dati possono poi essere la base per costruire una serie di elaborazioni: dai budget ai piani attestati, dal controllo contabile all’analisi di futuri scenari economici, dalle valutazioni di azienda ai trend dei vari mercati, insomma tutte quelle attività che spaziano dallo studio professionale al centro studi di una associazione di categoria, dalla due diligence alla redazione di una perizia di stima. Gli studenti che passano un periodo formativo all’estero, ed in questo l’Ateneo Patavino ha sempre fatto da apripista, ci raccontano entusiasti di strumenti informatici, di attrezzatissime data rooms, realistiche esercitazioni di business analysis presenti presso gli Istituti Universitari esteri, ragione per cui anche noi ci stiamo adeguando. L’esperienza del Covid-19 ci ha peraltro costretti ad implementare ancora di più l’uso degli strumenti informatici per portare avanti l’offerta formativa con una buona risposta da parte degli studenti.
Noi professionisti ci interroghiamo spesso su quale sia il futuro della libera professione. Come si immagina il futuro della professione il mondo universitario?
― Possiamo immaginare i professionisti del futuro come un pool di consulenti che affianchino le imprese nelle loro strategie di crescita. Molte aziende vengono contattate da investitori che desiderano affiancarle nel loro business dando loro finanza con cui crescere ed espandersi sia come venture capital che come private equity. Queste aziende che sono magari di dimensioni piccole o medie e che desiderano uscire dal livello meramente imprenditoriale e familiare se vogliono managerializzarsi e crescere hanno bisogno di un forte supporto da parte dei professionisti, figure chiave in questi processi di cambiamento e crescita.
Questi operatori economici che oggi hanno accesso a enormi informazioni e dati sempre più spesso, dopo averli attentamente analizzati, contattano l’imprenditore per affiancarlo e per fornirgli sia capitali per la crescita, sia suggerimenti strategici per l’internazionalizzazione, ad esempio. Una figura professionale che faccia da “interprete” tra questi due soggetti, che parli la lingua dell’economia e che aiuti l’imprenditore a districarsi tra aumenti di capitale, patti parasociali, business plan, accesso al credito e via dicendo è assolutamente indispensabile. è facile intuire che, a parte l’imprenditore geloso della propria realtà e che preferisce la gestione stand alone, questo processo, se gestito e sfruttato sapientemente, può portare alle aziende quel percorso virtuoso di crescita ed espansione che è alla base del successo delle realtà industriali ed economiche. Quindi, il futuro che ci immaginiamo della professione è quello di fungere da tessuto connettivo delle attività economiche sfruttando al massimo le competenze acquisite soprattutto tramite una formazione professionale forte che si inizia già sui banchi dell’Università.
Un’ultima domanda: che ruolo hanno avuto i vari stakeholder del territorio nel determinare la formulazione dell’offerta formativa?
― Innanzitutto l’offerta formativa è stata modulata coinvolgendo gli operatori economici e professionali del territorio (associazioni di categoria, imprenditoriali, Ordini Professionali) in modo da formare degli studenti con le competenze che saranno poi loro utili nel mondo del lavoro. Abbiamo studiato con profonda attenzione le considerazioni che ci sono pervenute da questi operatori, convinti che per soddisfare la richiesta di figure professionali altamente preparate e formate sia indispensabile avere le idee chiare sull’evoluzione del mondo del lavoro, evoluzione che è rapidissima e richiede un costante aggiornamento delle competenze e delle capacità, specialmente dei liberi professionisti.
Abbiamo inoltre una fitta rete di accordi che permette agli studenti di ampliare la loro formazione: pensiamo solo ai 70 partner che abbiamo sparsi nel globo che permettono agli studenti formazione all’estero, Erasmus in primis, summer schools, esperienze overseas, per arrivare alla struttura stage e placements che consente, oltre allo strumento del tirocinio obbligatorio, di avvicinare il mondo del lavoro e quello dell’Università con servizi di tutoraggio vantaggiosi per studenti e per operatori economici.
A fronte, quindi, delle tasse universitarie gli studenti vengono non solo formati in modo scrupoloso e accademico, ma sviluppano anche quella serie di soft skills, quali capacità di analizzare dati, di adattarsi velocemente a situazioni in continua evoluzione, di elasticità mentale, capacità relazionali e di problem solving forti che poi sono la base per formare i professionisti del futuro.
Con quest’ultima domanda lasciamo libero il professor Boesso di tornare ai suoi molteplici impegni accademici, ringraziandolo per il tempo che ci ha concesso e soprattutto per la sua visione ottimista e fiduciosa di un futuro che vedrà la nostra categoria professionale protagonista dello sviluppo e della crescita, senza dimenticare che tra i banchi dell’Università di oggi si stanno formando i professionisti di domani sotto l’occhio burbero ma benevolo del Professor Boesso, bergamasco d’origine ma padovano d’adozione.
Da IL COMMERCIALISTA VENETO – NUMERO 255 / 2020 – pp. 3-4