Nella redazione del Bilancio di Esercizio il legislatore civilistico ha previsto una disciplina specifica per quello che riguarda le partecipazioni detenute durevolmente in società nelle quali si esercita una influenza notevole o rilevante ossia le società Controllate e Collegate. L’articolo 2424 comma 4 prevede infatti che, oltre al criterio del costo di acquisto o di produzione, criterio generale che vale per tutte le immobilizzazioni, vi sia la possibilità di applicare, per le immobilizzazioni finanziarie in società Controllate o Collegate, anche il criterio del patrimonio netto, ossia di iscrivere in Bilancio il valore della partecipazione per un importo pari alla corrispondente frazione del patrimonio netto risultante dall’ultimo bilancio delle imprese medesime, detratti i dividendi ed operate le eventuali rettifiche previste dagli articoli 2423 e 2423 bis del Codice Civile.
Il redattore del Bilancio si trova quindi di fronte ad un doppio binario nella rilevazione nello Stato Patrimoniale delle immobilizzazioni finanziarie in imprese Controllate e Collegate trovandosi a scegliere tra il criterio del costo di acquisto (o di costituzione) ed il criterio del patrimonio netto.
Ferme restando tutte le considerazioni generali che possono indurre la scelta di uno dei due criteri, ad esempio la prudenza, la rappresentatività, la comparabilità e la omogeneità dei criteri, può essere interessante valutare quali siano le differenze tra i due differenti metodi di rilevazione nel caso in cui tali partecipazioni diano origine a risultati gestionali positivi, generando quindi riserve di utili, e quando poi tali riserve vengano distribuite alla società controllante.
Le società Controllate e Collegate: nozione del Codice Civile
La nozione di società Controllate e Collegate viene data dall’articolo 2359 del Codice Civile. La prima parte dell’articolo sancisce infatti che si considerano società Controllate le società che rientrino in uno dei questi tre specifici casi:
Ai fini dell’applicazione dei primi due punti vanno conteggiati anche i voti spettanti a società controllate, a fiduciarie e per interposta persona.
Si considerano invece società Collegate quelle su cui una società esercita una influenza notevole, che si presume quando nell’assemblea ordinaria può essere esercitato almeno un almeno un quinto dei voti ovvero un decimo se la società ha azioni quotate in mercati regolamentati.
Una volta stabilito quindi se la partecipazione detenuta rientri in una di queste due categorie, ed ovviamente a condizione che sia destinata ad essere durevolmente detenuta nella società controllante (condizione senza la quale andrebbe riclassificata tra l’attivo circolante, con la sola possibilità di valutazione al metodo del costo), passiamo alla considerazione successiva ossia quali siano gli effetti contabili che si generano allorché, nel corso della normale vita aziendale, la Controllata o Collegata produca e distribuisca utili.
La contabilizzazione della generazione degli utili quando la società Controllata o Collegata è valutata col metodo del costo
Andiamo quindi ad analizzare le operazioni di contabilizzazione operativa di due società A e B nelle quali la società A detiene la totalità del capitale della società B, valutata secondo il criterio del costo, in due successivi esercizi durante i quali, nel corso del primo esercizio viene maturato un utile in capo alla Controllata B, e nel corso del secondo esercizio tale dividendo viene distribuito alla Controllante.
Per semplicità prendiamo il caso del controllo totalitario, ma le medesime considerazioni valgono anche nel caso di partecipazioni detenute con percentuali inferiori al 100%. In data 1/1/n la società A ha acquisito il 100% della società B per Euro 100.000 (quindi costo= valore PN):
La società B presenta questo Stato Patrimoniale al momento della acquisizione da parte di A:
Al termine dell’esercizio N la società B realizza un utile di esercizio pari ad Euro 30.000.
Lo Stato Patrimoniale di B, al termine dell’esercizio N si presenta così:
Al termine dell’esercizio N lo Stato Patrimoniale della Controllante si presenta cosi:
Possiamo notare come la voce delle immobilizzazioni finanziarie Partecipazioni rimanga invariata. Essendo infatti la partecipazione valutata col metodo del costo, non subisce alcuna variazione per effetto degli utili maturati dalla Controllata.
Come si può notare nel caso in cui la partecipazione sia valutata col metodo del costo i risultati economici della Controllata non hanno alcun effetto sul conto economico della Controllante.
La contabilizzazione della distribuzione degli utili quando la società Controllata o Collegata è valutata col metodo del costo
Quando la società Controllata B nel corso dell’esercizio N+1 procede alla distribuzione degli utili che ha generato nel corso dell’esercizio
N la contabilizzazione dei movimenti avviene secondo questo schema:
La società B Controllata al 100% dalla società A nell’esercizio N+1 delibera la distribuzione di dividendi pari all’utile dell’esercizio N in
data 01/05/N+1
Alla data della delibera di distribuzione dei dividendi l’utile dell’esercizio viene riclassificato da voce del patrimonio netto a debiti verso
soci per dividendi:
In data 15/05/n+1 avviene il pagamento dei dividendi (per semplicità si omette l’impatto fiscale)
A seguito del pagamento tramite banca il debito si estingue e per la corrispondente quota si decrementa il saldo della banca.
Vediamo come contabilizza le operazioni la Controllante A:
Alla data della delibera di distribuzione dei dividendi sorge il credito verso la società Controllata e si registra il relativo impatto a conto economico.
La voce del conto economico Proventi Finanziari C15 si movimenta per l’ammontare dei dividendi:
Alla data del materiale pagamento dei dividendi il credito si annulla e si incrementa di pari valore la consistenza di banca:
La contabilizzazione della generazione degli utili quando la società Controllata o Collegata è valutata col metodo del Patrimonio Netto
Proviamo adesso ad analizzare come si sarebbe contabilizzata la stessa operazione presa in esame, ossia la generazione di utili da parte
della Controllata al 100% nel caso in cui, anziché valutare la società col metodo del costo si sia optato per la valutazione col il metodo del
patrimonio netto. Alla data di acquisizione della partecipazione le due società A e B presentano questi Stati Patrimoniali:
Al termine dell’esercizio N la società B realizza un utile di esercizio pari ad Euro 30.000. Cosi si presenta il conto economico di B alla fine dell’esercizio N:
Così invece lo Stato Patrimoniale di B alla fine dell’esercizio N:
Vediamo come la Controllante A contabilizza a Stato Patrimoniale ed a Conto Economico i risultati maturati in capo alla Controllata B al termine dell’esercizio N:
Così il Conto Economico:
Come possiamo notare la rilevazione con il metodo del patrimonio netto fa emergere il risultato di esercizio della Controllata in seno alla Controllante nel momento della sua generazione e non della sua effettiva distribuzione.
La contabilizzazione della distribuzione degli utili quando la società Controllata o Collegata è valutata col metodo del Patrimonio Netto
Analogamente al caso della valutazione col criterio del costo quando la società Controllata B nel corso dell’esercizio N+1 procede alla distribuzione degli utili che ha generato nel corso dell’esercizio N la contabilizzazione dei movimenti avviene secondo questo schema:
La società B Controllata al 100% dalla società A nell’esercizio N+1 delibera la distribuzione di dividendi pari all’utile dell’esercizio N in data
01/05/N+1
Al momento della delibera di distribuzione dei dividendi il risultato dell’esercizio viene analogamente riclassificato dalla voce del patrimonio netto alla voce debiti verso soci:
In data 15/05/n+1 avviene il pagamento dei dividendi (per semplicità si omette l’impatto fiscale)
Dopo il pagamento si riducono in proporzione le consistenze di cassa e il debito verso i soci. Vediamo come contabilizza le operazioni la
Controllante A. Alla data di chiusura dell’esercizio N lo Stato Patrimoniale si presenta così:
Al momento della delibera di distribuzione dei dividendi la partecipazione viene ridotta, coerentemente con il dettato dell’articolo 2426
comma 4 del codice Civile , del valore dei dividendi, i quali diventano un credito verso la Controllata:
Al momento del pagamento i crediti verso la Controllata si azzerano con un corrispondente incremento della liquidità:
Differenze tra i due metodi di rilevazione ed impatto sul bilancio civilistico
Come si può notare dagli esempi sopra riportati la differenza tra la contabilizzazione della produzione e distribuzione di utili da parte di una Controllata B alla Controllante A è completamente diversa a seconda che si opti per il metodo di valutazione al costo o al patrimonio netto.
Il metodo di valutazione della Controllata (o della Collegata) al costo infatti contabilizza il risultato della Controllata “per cassa” dando evidenza nel bilancio della Controllante dell’impatto economico solo nel momento della effettiva corresponsione dei dividendi ed allineandosi in qualche modo alla normativa fiscale che prevede la tassazione degli stessi subordinata alla loro materiale erogazione.
Il metodo di valutazione della Controllata col metodo del patrimonio netto invece contabilizza il risultato della Controllata “per competenza”,rilevandone l’impatto a conto economico in ciascun singolo esercizio e trattando la distribuzione degli utili come una mera riclassificazione di voci dello Stato Patrimoniale.
Il metodo di valutazione al costo risulta pertanto più prudenziale nella misura in cui espone il risultato della Controllata in seno alla Controllante solo quando lo stesso si manifesta in maniera certa e numeraria ed è di più semplice utilizzo laddove semplifica la gestione delle riprese e delle altre variazioni in sede di dichiarazione dei redditi, sterilizzando le riprese in aumento e diminuzione che invece si renderebbero necessarie in caso di disallineamento dell’utile civile e fiscale, come nel caso della valutazione con il metodo del Patrimonio Netto.
Il metodo del Patrimonio Netto risulta invece maggiormente rappresentativo della effettiva redditività dei soggetti economici coinvolti, rilevando la produzione del reddito nel momento in cui essa avviene anziché nel momento in cui essa viene distribuita al socio, a maggior ragione laddove la società Controllata, caso tutt’altro che infrequente, trattenga nel patrimonio netto gli utili maturati per aumentare la propria capitalizzazione anziché ricorrere a risorse di terzi per alimentare la propria crescita.
Da IL COMMERCIALISTA VENETO – NUMERO 255 / 2020 – pp. 13-20